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Scuola Media
PRINCIPESSA CLOTILDE DI SAVOIA

 

 

COOPERATIVA SOCIALE L'ARCA s.r.l.

Progetto educativo delle scuole dell'ARCA


Le Opere Didattiche, nell'ambito della Cooperativa "L'ARCA", si caratterizzano come espressione di una comunità educativa originale al servizio della Chiesa locale, della Scuola Cattolica e della Città.
Le nostre Scuole, infatti, sono gestite in forma cooperativistica e aderiscono alla FIDAE, associazione delle scuole cattoliche.

Il patrimonio ideale fa perno sul riferimento al pensiero greco-patristico-scolastico, trasmesso dall'insegnamento del Padre Ceslao Pera o.p. e del filosofo Carlo Mazzantini, rivissuto però con creatività, sempre in rapporto vivo con le situazioni socio-culturali ed ecclesiali del nostro tempo.

Le caratteristiche delle nostre scuole riflettono le basi culturali da cui scaturiscono e l'intento per cui sono sorte. Infatti, rivivere con creatività intelligente l'insegnamento dei nostri maestri significa:
a) evitare, nell'attività docente ed educativa, la tentazione alla passività e al burocraticismo;
b) essere protagonisti nella vita della scuola, impegnati sempre nell'attività di ricerca che alimenta l'insegnamento;
c) essere educatori attenti a far emergere sempre la virtualiià dell'allievo;
d) annunciare chiaramente, con la propria vita, il messaggio che si vuol trasmettere.

Nel suo stesso agire e nella presentazione di nozioni solo apparentemente neutre, il socio della Cooperativa, quale che sia il suo compito, propone uno stile di vita. Non esiste, infatti, in campo educativo, una perfetta neutralità: la stessa "serietà" nell'insegnare, la "passione" che vivifica il nostro dire, la ricerca costante della verità, il rispetto dell'allievo, sono elementi che si pongono di per sé come formativi. L'agire esprime sempre l'essere e, come c'è uno stile di vita marxista, o borghese, o liberale, c'è un modo di vivere l'insegnamento come cristiani, tesi cioè verso quei valori che non possono essere strumentalizzati o gestiti per fini utilitaristici.
L'insegnamento, se rettamente inteso, è una missione che, valorizzando l'insegnante aiuta anche l'allievo a valorizzarsi.

Il docente delle nostre scuole, ma anche il socio dell'ARCA che collabora ad altri livelli della comune attività, infatti, si presenta come colui che ha scelto, liberamente, di realizzare, con l'insegnamento o con l'attività che è chiamato a svolgere - o che liberamente svolge come socio volontario - , il suo "amore" alla verità. Il suo stesso mettersi al servizio della verità e cercare di trasmetterla agli altri, attraverso l'opera educativa nella scuola, fa di lui un maestro di vita in libertà. Il docente, che è "maestro" deve manifestare, perché la vive costantemente, la ricchezza che è contenuta nel solo fatto di poter trasmettere, con l'insegnamento, l'amore al vero, al bene, al bello, e ciò indipendentemente da ogni utilità. In questo modo il maestro è suscitatore di vita e di maturità, perché fa crescere nell'essere che è appunto verità, bellezza e bontà.
Come Dio dona liberamente l'essere, come l'artista liberamente opera, così il docente è maestro di vita in libertà perché, anche se le contingenze della vita pratica sono presenti nel suo agire, la ragione profonda, che porta l'insegnante a comunicare la propria ricchezza interiore, scaturisce dal bisogno di comunicare in libertà, sottomesso solo alla "verità": di qui il senso profondo del detto evangelico:la verità vi farà liberi.

Il rapporto maestro-discepolo non può prescindere dalla consapevolezza che le norme, le quali necessariamente lo regolano, sono in funzione di una crescita ordinata dell'alunno verso la maturità (e non tanto, o soltanto, quella legale e burocratica). Questa consapevolezza si rivela nell'estrema attenzione al discepolo visto come "persona", cioè come valore in sé e mistero insondabile, portatore di ricchezze e possibilità che vogliono essere liberate per realizzarsi. Il maestro perciò non impone ma propone modelli, attento egli pure ad essere sempre aderente al reale, nella ricerca spesso sofferta del vero bene, sempre disponibile al dialogo e a tutto ciò che può portare ad una maggiore chiarezza di rapporto.
Il vero maestro aiuta le possibilità che sono nell'allievo e non si sostituisce ad esso, perché si realizzino secondo quell'ideale di vita che il maestro vive. Il docente è maestro di libertà, infatti, nella misura in cui è portatore, nella sua vita e nel suo insegnamento, di verità.

I fondamenti ideali cui fanno riferimento le nostre scuole sono desunti dalla prospettiva greco-patristica-scolastica e si possono riassumere come segue.

Dimensione di fede: è questo un orizzonte imprescindibile per la scuola cattolica che di lì attinge la sua fisionomia, lo stile, i contenuti ed i metodi educativi. Al di là di ogni distinzione o discriminazione di qualsiasi genere, essa privilegia la persona umana in quanto tale, nella sua dignità e nel suo valore, riconoscendo in ognuno un fratello amato da Dio. La preoccupazione educativa e di servizio prevale sempre su ogni altra. Nella nostra scuola è riservato quindi un ampio spazio all'approfondimento della fede e alla crescita cristiana, come matura, consapevole, libera adesione a Dio e alla sua rivelazione nella vita e nella parola del Cristo.

Dimensione di servizio alla verità. L'uomo non è creatore del reale che ha ricevuto l'essere da Dio. Esso svela le sue meraviglie al nostro sguardo e alla nostra intelligenza solo se questa è impegnata in una ricerca costante ed attenta nei suoi confronti. Di qui l'importanza di un atteggiamento di umiltà e, quindi, di lealtà di fronte alla verità. La conquista del vero è una conquista faticosa, graduale e lenta ed esige tenacia, sincerità e spirito di sacrificio. Il maestro deve esprimere, anche attraverso la sua preparazione e il suo aggiornamento, questa tensione verso la verità. Ma l'indubbia fatica che ciò comporta concorre a creare nell'allievo una maggior consapevolezza e rispetto verso la verità stessa. Egli capisce infatti che, tradendo la verità, non inganna solo il maestro ma si rende responsabile di una chiusura alla sua stessa crescita nel vero.

Dimensione di apertura all'umano, nella sua totalità. L'ideale educativo cristiano è, per sua natura, rivolto a tutti gli uomini e a tutto l'uomo. Non vi possono essere pertanto dei privilegiati o degli esclusi: l'umanesimo cristiano è uno stile di vita nell'autenticità e nell'essenzialità, dove non si indulge al superfluo e al non necessario. Ancora una volta il docente è in questo maestro di vita: tocca a lui abituare l'allievo ad orientarsi verso l'essenziale della vita, dimostrando concretamente che l'umano ed il cristiano, anche nel loro momento ascetico, non sono un'utopia irrealizzabile. L'alunno capirà, a poco a poco, che la scuola non è un luogo estraneo, di passaggio, ma è la sua casa e l'amerà come tale, imparando il rispetto delle cose e del proprio corpo.

Dimensione di apertura ai valori trascendenti. Il nostro ideale educativo, inoltre, in quanto ispirato alla filosofia patristico scolastica, è aperto ad una prospettiva trascendente, in cui i valori umani, pur conservando le caratteristiche proprie, si purificano e si potenziano nella tensione verso un orizzonte superiore. Non solo l'insegnante di religione è tenuto, per la sua specifica missione, a richiamare questi valori, ma ogni docente deve trasmettere la sua apertura verso la dimensione trascendente, in modo diretto o indiretto, secondo le circostanze e le opportunità, sia attraverso la sua vita, sia attraverso il suo insegnamento.

Dimensione di apertura culturale. Le nostre opere didattiche, nei loro vari indirizzi specifici, mirano all'acquisizione di strumenti che rendano possibile la comprensione e la comunicazione della storia e della cultura di popoli e civiltà diverse. Tale acquisizione, se non vuole essere superficiale e frammentaria, comporta una vera ascesi, da parte del docente e da parte del l'allievo, nel tentativo mai esaurito di misurarsi con le difficoltà tecniche della propria professione o del proprio studio. Anche in questo caso, far bene il proprio lavoro è per entrambi segno di lealtà nei confronti del reale.

La nostra scuola come comunità
Le nostre scuole si presentano come espressioni di vita, di comunità. Dal dialogo e dal confronto interpersonale e comunitario nascono e si esprimono ideali, attese e progetti. La pluralità delle opzioni non è vista come elemento di rottura, ma come ricchezza spirituale a cui attingere per creare una comunità che il soffio vivificante dello spirito unisce, donando perenne novità e saldezza. Comunità di ideali, quindi, ma anche comunità di lavoro, di ricerca sul piano didattico ed umano-cristiano tra i docenti, e comunità di attenzioni e stima reciproca nei rapporti tra docenti e allievi. Il maestro infatti, mentre propone, è attento alle suggestioni presentate dall'allievo e questi, a sua volta, offre continue opportunità di nuove esperienze e arricchimenti al docente. Comunità vive, non appiattite dall'abitudine e dalla routine, in cui la ricerca seria e serena del senso delle cose fa crescere l'alunno verso quel giudizio "prudenziale" che è l'asse portante della vita morale.

Rapporti scuola-famiglia
Il luogo naturale e privilegiato dell'educazione non è la scuola, ma la famiglia. Ad essa quindi spetta, come dovere primario ed inalienabile, l'educazione dei figli.
Questa consapevolezza, se da un lato ci solleva dalla responsabilità completa dell'educazione escludendo la "delega in toto" alla scuola, dall'altro non ci esime dalla necessità di presentare una chiara linea educativa. Si presume che i genitori che iscrivono i loro figli alle nostre scuole lo facciano conoscendo le sue caratteristiche di scuola cattolica, e che la scelta fatta implichi perciò l'adesione piena a tali principi e la volontà di una continuità educativa già iniziata in famiglia. Può accadere, tuttavia, che altri motivi influenzino la scelta e non ci sia, alla base, una coscienza così chiara dell'ipotesi pedagogica-cristiana che è essenziale, invece, per le nostre scuole. In un caso come nell'altro, la delicatezza estrema del rapporto scuola-famiglia solleciterà presidenza e corpo docente ad usare discrezione o, ancor meglio, carità, nella comunione di tale rapporto. Questo non significa affatto, però, la rinuncia ad una chiarezza di giudizio, alla quale non è possibile abdicare, pena la perdita della stessa funzione educativa.

Rapporti scuola-Cooperativa
La struttura cooperativistica che sta alla base delle nostre scuole non è casuale. Essa rappresenta l'inserimento di una struttura giuridico-formale in un processo educativo, attraverso la compartecipazione alla proprietà ed al rischio che sempre accompagna la costruzione di qualcosa di nuovo. Con la Cooperativa non solo si crea la possibilità di maggior comunione all'interno, ma si dà esempio concreto di una conduzione autentica non in vista di una utilità egoistica del singolo, ma di una possibilità di creatività da parte di tutti i singoli stessi.


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Le Scuole dell'ARCA
Torino-Pianezza
Liceo Europeo "Mazzantini", Liceo Classico "Principessa Clotilde di
Savoia", Scuola Media "Principessa Clotilde di Savoia",
Scuola Elementare "Comissetti", Scuola Media "F.lli Gualandi", Liceo
Scientifico "Frassati"

Statuto del Consiglio di Istituto

1. Il Consiglio di Istituto, nelle scuole dell'ARCA é costituito da 16 componenti, di cui i rappresentante del personale direttivo, 6 rappresentanti del personale docente, 2 del personale amministrativo, tecnico e ausiliario, 6 dei genitori degli alunni, dal direttore didattico.

2. A rappresentare gli studenti viene eletto i studente per ogni Liceo.

3. Sono elettori per il Consiglio di Istituto tutti i genitori degli allievi delle scuole dell'ARCA, gli studenti dei Licei, i docenti, il personale amministrativo ed ausiliario, i presidi delle scuole e la responsabile della scuola elementare.

4. I rappresentanti del personale docente sono eletti dai collegi dei docenti riuniti in sessione congiunta (i docente per ogni scuola: Elementare Comissetti, Medie F. lii Gualandi e Principessa Clotilde di Savoia, Liceo Classico Principessa Clotilde di Savoia, Liceo Linguistico C. Mazzantini e Liceo Scientifico P. G. Frassati); quelli del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario dal corrispondente personale riunito in seduta congiunta (1 in rappresentanza del personale di Pianezza ed i per quello di Torino); quelli dei genitori degli alunni delle scuole dell'ARCA, sono eletti dai genitori stessi o da chi ne fa legalmente le veci, scuola per scuola (1 genitore per ogni scuola); quelli degli studenti (1 studente per ogni Liceo), i presidi e la responsabile della scuola elementare eleggono i loro rappresentante.

5. Possono essere chiamati a partecipare alle riunioni del consiglio di istituto, a titolo consultivo, gli specialisti che operano nella scuola con compiti medico, psicopedagogici e di orientamento.

6. Il Consiglio di Istituto delle scuole dell'ARCA è presieduto da uno dei membri, eletto a maggioranza assoluta dei suoi componenti, tra i rappresentanti dei genitori degli alunni. Qualora non si raggiunga detta maggioranza nella prima votazione, il presidente è eletto a maggioranza relativa dei votanti. Può essere eletto anche un vice presidente.

7. Il Consiglio di istituto elegge nel suo seno una giunta esecutiva, composta di un docente, di un impiegato amministrativo o tecnico o ausiliario e di due genitori. Della giunta fa parte di diritto il direttore delle scuole dell 'ARCA, che la presiede.

8. Le riunioni del Consiglio hanno luogo in ore non coincidenti con l'orario di lezione.

9. Il Consiglio si riunisce almeno 2 volte nel corso dell'anno scolastico e tutte le volte che venga ritenuto necessario da parte della giunta o da un Collegio docenti o, ancora, da parte almeno di 5 suoi membri che ne facciano richiesta. Viene data notizia delle riunione affìggendo nella bacheca di ogni singola scuola un avviso.

10. Il Consiglio di Istituto e la giunta esecutiva durano in carica per tre anni scolastici. Coloro che nel corso del triennio perdono i requisiti per essere eletti in consiglio vengono sostituiti dai primi dei non eletti nelle rispettive liste. La rappresentanza studentesca viene rinnovata annualmente.

11. Le funzioni di segretario del Consiglio di Istituto sono affidate dal presidente ad un membro del consiglio stesso.

Attribuzioni del Consiglio di Istituto
e della giunta esecutiva

I. Il Consiglio di Istituto elabora e adotta decisioni circa le attività non curncolari che eventualmente si pensa di dover promuovere alla luce del Progetto educativo delle scuole dell'ARCA.

2. Indice, sentito il parere del Consiglio di Amministrazione dell'ARCA, conferenze, corsi, convegni;

3. Organizza mostre, spettacoli teatrali e musicali;

4. Progetta e propone, sentito il parere del Collegio docenti, visite a musei cittadini, italiani e stranieri;

5. Propone e organizza corsi di studio all'estero;

6. Propone ed organizza viaggi di istruzione, pellegrinaggi, ritiri spirituali per studenti, genitori e, eventualmente, per un pubblico più vasto, in collaborazione
con agenzie specializzate e con altre scuole;

7. Promuove contatti con altre scuole o istituti al fine di realizzare scambi di informazioni e di esperienze e di intraprendere eventuali iniziative di
collaborazione con enti, scuole e università;

8. Promuove l'Associazione ex-alunni;

9. Si preoccupa di collaborare con l'ARCA per il reperimento di risorse per tutte le attività proposte


10. Del reperimento di tutto il materiale necessario ai laboratori ed alle biblioteche delle scuole per disporre di tutte le risorse possibili al buon funzionamento delle stesse.

11 .Si tiene in stretto collegamento con il rappresentante di Istituto dell'AGESC, con l'Ufficio scuola della Diocesi, con la FIDAE e con tutte le altre associazioni cattoliche che promuovono la scuola cattolica nella nostra città (in modo particolare con IUCIIM. la FISM e il Comitato per la libertà della scuola).

12. Esso delibera il bilancio preventivo e il consuntivo per il proprio funzionamento e in ordine all'impiego dei mezzi finanziari di cui dispone per le attività che via via va proponendo in stretto collegamento con la Cooperativa l'ARCA:.

13. lI Consiglio di Istituto. fatte salve competenze del collegio dei docenti e dei consigli classe, ha inoltre potere deliberante, su proposta della giunta, per quanto concerne:

a) adattamento del calendario scolastico alle specifiche esigenze ambientali:.

b) criteri generali per la programmazione educativa alla luce del progetto educativo delle scuole dell'ARCA sui quali può offrire suggerimenti e proposte;

c) criteri per la programmazione e l'attuazione dei corsi di recupero e di sostegno suggerendo calendari e frequenze nel corso dell'anno scolastico:.

d) partecipazione ad attività sportive e ricreative di interesse educativo;

e) fornisce le modalità per lo svolgimento di iniziative assistenziali che possono essere assunte nelle nostre scuole:.

Il Consiglio di Istituto, inoltre:
delibera. sentito per gli aspetti didattici il Collegio dei docenti, le iniziative dirette alla educazione della salute e alla prevenzione delle tossicodipendenze previste dall'articolo 106 del testo unico approvato con decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990 n. 309. come anche quelle precauzioni per la sicurezza e cura morale e materiale degli alunni nel contesto sociale attuale.

 

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